«Non dobbiamo pensare solo ad Inler, ne servono quattro. E non servono solo i 27enni, anche i giovani possono essere pronti. Cavani ha segnato 33 gol e ha solo 24 anni; stiamo inseguendo tutti Lamela che ne ha 19. Inler non risolve da solo tutti i problemi. Yebda è stato riscattato».
Così Aurelio De Laurentiis oggi in radio, dopo aver deciso di proseguire il suo rapporto con Walter Mazzarri. Il patron, nel corso dell’intervista, ha fatto capire a chiare lettere che Hamsik (funzionale al modulo del tecnico toscano) non andrà via. Ha parlato poi di rinforzi, che saranno almeno altri quattro. Per Inler è questione di giorni: l’affare dovrebbe concludersi con un esborso del Napoli di 12 milioni di euro più l’altra metà del cartellino di Denis, che andrebbe completamente all’Udinese.
A centrocampo gli azzurri dovrebbero rinunciare a Pazienza, vicinissimo alla Juve di Conte. Confermato Gargano, si punta dritto a un pupillo di Mazzarri: Angelo Palombo, capitano della Sampdoria sprofondata in B, che dovrebbe garantire grande forza e tecnica in mediana. Più lontano Borja Valero; il suo procuratore
ha detto: «Lo spagnolo non è mai stato e non credo sarà un obbiettivo del Napoli».
Per l’attacco, chi sta per arrivare è Mario Santana, da poco svincolatosi dalla Fiorentina. Manca poco per definire la trattativa sulla base di un triennale a 1 milione di euro a stagione. L’argentino potrebbe essere una valida alternativa a Lavezzi e potrebbe anche subentrare a Dossena sulla corsia esterna sinistra. Il bomber da doppia cifra che dovrebbe far rifiatare Cavani è invece Tim Matavz, ventiduenne punta del Groningen, 31 reti nelle ultime due stagioni, già a un passo nel mercato di gennaio. Nella sua nazionale, quella Slovena, Matavz ha segnato già tre gol in otto partite. Più difficile la pista che porta a Pandev dell’Inter. Ma una piccola speranza arriva dal suo agente che ha detto: «Non è impossibile che Goran arrivi in azzurro. Già in passato i partenopei l’hanno seguito». Il sogno resta però il fantasista argentino Erik Lamela del River Plate, da molti considerato il nuovo Kakà.
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